Un’Italia che cerca di farsi strada fra le macerie della guerra. La terra inaridita dal sole a picco di luglio, ma che pare ancor più spoglia e avvizzita, in mezzo a quella devastazione. Le città del nostro sud, Napoli, Palermo, che nonostante la distruzione che le circonda, cercano di continuare a vivere, mantenendo i riti quotidiani, condividendo la vita che rimane, chissà per quanto ancora. E le vite parallele. Quelle degli italiani e quelle dei soldati americani, venuti da un luogo distante per kilometri e per cultura. Si incontrano, riconoscendo negli occhi dell’altro le stesse paure, la stessa incertezza. E fanno un po’ di strada insieme, raccontandosi l’un l’altro e aiutandosi.
Ma Capa riesce a cogliere anche una speranza, fra quelle macerie. La si legge negli occhi di un uomo, che davanti alla sua casa distrutta, ride con una bambina. Due materassi marci e polverosi la sua poltrona. Oppure nel sorriso di un giovane soldato, che per distrarsi dalla strage si fa lustrare le scarpe, mentre dietro un collega ed una ragazza italiana si stringono in un abbraccio complice.
I soldati tedeschi prigionieri, poi, hanno le stesse facce pulite e acerbe. In quegli occhi ci sono forse gli stessi sogni degli americani, degli italiani. Se non fosse per la divisa sarebbe impossibile distinguerli.
Un giorno John Steinbeck commentando le opere di Robert Capa disse: “ Capa sapeva cosa cercare e cosa farne dopo averlo trovato. Sapeva, ad esempio, che non si può ritrarre la guerra, perché è soprattutto un’emozione. Ma lui è riuscito a fotografare quell’emozione conoscendola da vicino”.
La mostra è visitabile presso il MNAF, in Piazza Santa Maria Novella, fino al 23 febbraio 2014. Biglietto intero €9, ridotto €7,50. Aperto dalle 10,00 alle 18,30; chiuso il mercoledì.